Rols, l’avanguardia del contoterzismo che va verso il futuro

Rols, l’avanguardia del contoterzismo che va verso il futuro

Al recente Cosmoprof abbiamo incontrato Sara Rottoli, una dei titolari di Rols, azienda produttrice di fragranze a Cantù, che ci racconta l’azienda, partendo dalla storia della fondazione per arrivare ai progetti di un futuro vicino passando per le prospettive, i progetti e le problematiche da affrontare ogni giorno. E ci conferma che la creatività e la capacità imprenditoriale sono il nutrimento per le soluzioni innovative che nascono mentre si trasformano idee e progetti in realtà.

Rols è un’azienda che lavora “conto terzi”. Negli ultimi anni ha avuto un’evoluzione molto interessante. I numeri sono dalla vostra parte. Sara Rottoli, come è avvenuto questo grande passaggio?

La nostra azienda è stata creata dai nostri genitori, nel 1965. È un’azienda prettamente familiare e naturalmente nasce con delle produzioni piccolissime di polveri. Le prime produzioni erano di borotalco, e riempimento di polveri. Poi, con l’acquisizione di nuovi clienti, si è passati alla produzione di prodotti skin care, quindi prodotti per la cura del corpo e in seguito anche per la profumeria. Il primo progetto di profumeria era per la Etro che produceva all’epoca 50, 60 pezzi, tutti fatti quasi manualmente.

Quindi era veramente piccolissima. Però poi ha preso piede, sono arrivati altri clienti. Se, in un primo momento, c’era soprattutto la parte skin care, che era fondamentale, in questo secondo momento invece direi che si eguagliavano, al 50%, la produzione alcolica e 50% quella di skin care. Negli ultimi anni la produzione alcolica è stata ampliata in modo considerevole. Negli ultimi quattro anni, ma soprattutto negli ultimi due, abbiamo avuto uno sviluppo a due cifre e abbiamo quasi raddoppiato il fatturato precedente.

Qual’è la chiave del successo di Rols?

Dei nuovi clienti che ci hanno dato fiducia. Abbiamo sviluppato nuovi prodotti su nuovi progetti, e soprattutto io direi che è nato dalla nostra passione. Siamo tre fratelli e la passione ci è stata trasmessa dai nostri genitori. Abbiamo trovato naturalmente la nostra posizione in azienda. Io mi occupo dell’aspetto commerciale, Stefania si occupa dell’aspetto sviluppo, progetti e regolatorio, e Lorenzo della direzione della fabbrica, formulazione e di tutto il resto.

Qual’è il vostro punto di forza?

È il fatto di essere un’azienda familiare, quindi i clienti, anche di grandi dimensioni, sanno di avere sempre un punto di riferimento, che in qualsiasi momento noi siamo presenti in azienda, e quindi per qualsiasi problema o necessità non devono aspettare giorni per avere un riscontro ma siamo sempre molto rapidi. Abbiamo notato che questo aspetto è davvero molto importante anche nel rapporto con le aziende multinazionali. Sulle prime sembra che siano molto organizzate e che lavorino in modo funzionale, invece alla fine chiedono sempre la presenza di un responsabile, la flessibilità, e il riscontro diretto. 

Il grande successo di questi anni è dovuto anche a importanti cambiamenti strutturali puntando rigorosamente sulla qualità, che è sempre stata il nostro filo conduttore, a livello produttivo. Abbiamo potenziato le strutture e ampliato gli ambienti. Abbiamo notato che l’ordine e la cura degli ambienti di produzione colpisce il nuovo cliente che viene a farci visita.

Un altro elemento fondamentale è che è cambiato il ruolo del terzista. Negli ultimi anni, non è più solo terzista o riempitore, ma diventa sempre più un partner. Quindi se prima ti davano i prodotti e riempivi, e l’importante era solo la quotazione, adesso invece, sempre più spesso chiedono di essere affiancati e supportati. E questo non solo nella risoluzione dei problemi, ma anche nello sviluppo dei progetti e nel regolatorio.

I clienti hanno realizzato che trovare un partner efficiente e fidato è un valore aggiunto che non possono trovare ovunque e da chi fa solo confezionamento o solo assemblaggio. In questi anni siamo cresciuti proprio in questo senso, a livello strutturale e a livello di servizio. E’ questo che ha pagato e ci ha permesso di acquisire importanti nuovi clienti e di crescere anche con quelli storici che, come tutto il settore, hanno incrementato i fatturati, la distribuzione e quindi i posti di lavoro.

Un consolidamento ottenuto grazie anche al passaparola. Il lavoro di qualità paga, poiché è stata valorizzata la relazione con quella parte del settore composta di piccoli operatori che, rispetto alle grandi aziende del settore, era considerata secondaria. Sto dicendo una cosa molto importante perchè il rapporto che si instaura con un’azienda familiare, medio piccola, è più produttivo che non il rapporto con la grande azienda, che prevede di realizzare il lavoro con passaggi intermedi e con tempi più lunghi, per la natura della loro struttura.

Sappiamo che ci sono problemi con i fornitori di materiali, con forti ritardi sulle consegne che condizionano le pianificazioni, che per certe strutture possono cambiare anche settimanalmente. Da noi chi segue la pianificazione produttiva ormai è impegnata giornalmente a fare cambi e adattamenti. Oggi fai un programma, domani lo devi cambiare.

Questo modus operandi ben si concilia con le esigenze dell’ampio mercato asiatico, in particolare quello cinese, dove l’Italia è vista non solo come produttore di qualità, ma anche come partner nella progettazione. Pare sia questo lo scenario futuro, in cui Rols, nonostante le dimensioni non gigantesche, riesce ad arrivare…

Ecco, la sfida sarà questa: mantenere questa flessibilità, di presidio e di presenza in azienda, nostra come titolari e dei nostri responsabili, in modo che, pur nel percorso di espansione, si diano risposte rapide ai problemi dei clienti, senza farli attendere settimane. Questa è la nostra carta vincente.

Dunque, grandi investimenti e aumento della produzione…

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Si, in questi anni abbiamo avuto un’importante crescita della produzione e, in previsione di nuovi clienti con cui siamo in trattativa, abbiamo ampliato in modo considerevole l’area di produzione alcolica e quella di stoccaggio. Stiamo organizzando un nuovo reparto, che sarà pronto fra agosto e settembre, grazie ai quali potremo acquisire volumi importanti, raddoppiando la produzione storica. Quello è il segmento dove registriamo grande richiesta.

La superficie dell’area produttiva è raddoppiata, le materie da lavorare sono certificate, ma in arrivo a Rols, vengono sottoposte a rigorosi ulteriori controlli di qualità…

Si, in qualche caso dobbiamo insistere con le nostre operatrici a far comprendere che alcuni clienti hanno degli standard più bassi. Essendo noi abituati a lavorare con standard molto alti, devono essere molto puntigliose e “fanno le pulci” anche al cliente che ha diverse aspettative e può mantenere un livello di qualità inferiore. Però va bene così, lavorano un po’ di più ma la qualità è super controllata e garantita.

Rols sinonimo di correntezza e deontologia?

Sì, notiamo sempre più spesso che i grandi clienti, quelli che fanno volumi importanti, hanno un’attenzione straordinaria al nostro organigramma e, dato che ci considerano partner ci fanno domande anche sul futuro prossimo. La nostra fortuna è di essere tre fratelli e di aver trovato naturalmente il nostro preciso ruolo in azienda. È un fatto che li tranquillizza. Per un problema di produzione o pianificazione chiamano me, ma allo stesso modo possono contare su Lorenzo, e su Stefania. Il fatto che si lavori in concerto e in sinergia è molto apprezzato.

Quanti dipendenti e collaboratori?

Attualmente siamo più di 50 dipendenti, più l’apporto dei lavoratori interinali che varia a seconda del periodo, in media altre 20 persone. Quindi muoviamo tra le 70 e le 80 persone. Con questi numeri, si presenta la problematica di non snaturare la nostra tipologia di azienda familiare. Stiamo analizzando la questione perchè teniamo molto alla nostra identità pur avendo preso un indirizzo diverso.

Sara, lei è una donna in perenne movimento…

Si, mi rendo conto che devo andare perennemente sul campo di battaglia, non si può passare il tempo dietro la scrivania anche se sei la titolare. Devi andare a vedere com’è il prodotto. Magari il cliente mi chiede consiglio sul prodotto o sul tipo di packaging. Se vedo, capisco se ci sono problemi. Un conto è sviluppare un prodotto, un altro è sapere quale problema può dare un certo tipo di vernice. E’ frutto dell’esperienza e l’esperienza non te la puoi costruire dietro una scrivania.

Poi, la mia soddisfazione è impagabile quando vado in produzione, anche solo per seguire il processo di lavorazione. Credo sia così in tutti i lavori, no? Ciò che ci muove è proprio la passione. Andiamo fieri del nostro lavoro, ci appaga e ci restituisce una gratificazione quotidiana, nonostante i problemi che immancabilmente si presentano.

Come vi regolate con le nuove leggi sull’etichettatura?

In realtà non abbiamo problemi. La difficoltà è nel fatto che le norme sono tante e le complicazioni non mancano mai. I clienti si fidano e dobbiamo avere un approccio severo nel seguire il regolatorio. Oltretutto spesso non dispongono di una risorsa interna per questo aspetto, e il nostro è un servizio importante, che offriamo volentieri anche a chi ha un ufficio regolatorio interno. Ormai il cosmetico si sta sempre più avvicinando al pharma, e Stefania, responsabile della Ricerca e Sviluppo, segue quest’aspetto anche con l’aiuto di un’altra dipendente, ma in futuro bisognerà pensare di affidare il compito ad una persona che si dedichi in esclusiva ad aggiornarsi sui numerosi cambiamenti.

A proposito delle Black List?

Riguarda soprattutto la formulazione dei prodotti. Adesso i clienti, soprattutto quelli strutturati e che distribuiscono in tutto il mondo, prima di chiederti un prodotto ti consegnano la loro Black List, cioè la lista di tutti i prodotti che non devono esserci. Il problema è che queste Black List sono lunghissime. A volte arrivare a coniugare l’efficienza del prodotto, la texture e quello che non devi metterci, diventa una “mission impossible”.

Il tema più attuale per il cosmetico sono le microplastiche. Alcune sono derogate ma il cliente non le vuole comunque più perché il consumatore consapevole, per assurdo un po’ deviato da alcune comunicazioni sbagliate, se legge un nome fra gli ingredienti, non compra più il prodotto, anche se quel prodotto è a norma e non dà nessun problema. Bisogna lottare con questi continui cambiamenti, però le soluzioni, come dicevo prima, fanno parte del servizio che si dà al cliente. Siamo cambiati noi come azienda, ma è proprio cambiato il mondo del contoterzismo. Se ti fermi a fare solo il riempitore, non dai quel valore aggiunto che ti permette di crescere.

Rols alla frontiera della scienza…

Ma, infatti, alle volte è proprio così. Per certi aspetti, è stimolante perchè poi arrivi a risultati che non pensavi.

 

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