Packaging e Cosmetici: il futuro sostenibile dell’industria cosmetica in Lombardia mi

Packaging e Cosmetici: il futuro sostenibile dell’industria cosmetica in Lombardia mi

Packaging e Makeup sono due degli argomenti che occupano la mente degli imprenditori delle aziende di produzione del comparto della cosmetica, specialmente quando si parla della filiera di produzione, di valore condiviso e di sostenibilità. L’importanza dei due argomenti riguarda le nuove norme europee che dovranno essere applicate nei prossimi anni e che rischiano di obbligare gli imprenditori, persino quelli più piccoli, a rivoluzionare i metodi di produzione per garantire uno smaltimento corretto e sostenibile dei rifiuti.

Lo scorso 12 ottobre, durante la kermesse “Innovation day” a Crema, Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia, nel fare il punto sulla situazione economica ha dato alcuni dati che permettono di fare una sintesi. Nel 2022, il settore cosmetico italiano è tornato ai livelli pre-COVID, generando un prodotto lordo di 30 miliardi di euro, di cui ben 20 miliardi to effettua alle istituzioni. La Lombardia, in particolare, vanta un fatturato totale di 8,8 miliardi di euro, costituendo il 60% del fatturato italiano e il 20% del fatturato mondiale. Sono numeri importanti che riguardano soprattutto aree geografiche molto localizzate, come quella del cremasco, in cui sono presenti 160 aziende che occupano circa 25.000 lavoratori.

Le aziende cosmetiche stanno mettendo sempre più l’accento sulla sostenibilità come fulcro del proprio business, perchè sanno che le norme dell’Unione Europea porteranno inevitabilmente ad una rivoluzione aziendale in questo senso. Adattarsi non sarà facile. Meglio iniziare in anticipo ad organizzarsi, per evitare di trovarsi a rincorrere le normative in via di applicazione rischiando di non arrivare in tempo. Uno dei problemi che le aziende dovranno affrontare riguarda il fatto che entro circa un anno sarà necessario garantire che il packaging di tutti i prodotti distribuiti contenga il 30% di plastica riciclata e le aziende più grandi, quelle che mettono sul mercato il prodotto finito, dovranno assicurarsi di utilizzare prodotti di filiera che rispettino la norma. Pu essendo l’Italia uno dei paesi con la miglior percentuale di recupero e riciclo dei polimeri sul mercato non ci sarà una quantità di plastica adatta agli scopi del comparto cosmetico sufficiente a coprire quel 30% richiesto dalla normativa.

Un’altra tematica cruciale della normativa europea sul packaging, che sta subendo questi importanti cambiamenti è la necessità di armonizzare le norme europee e di adattarle alle esigenze delle aziende. Si tratta di una priorità. Certe etichette devono riportare un numero tale di informazioni, spesso tanto tecniche da somigliare a trattati di chimica, su confezioni di dimensioni molto ridotte.  L’uso del QR code sul packaging cosmetico è stato discusso come mezzo per migliorare la trasparenza e la sicurezza dei prodotti, ma non è ancora stato approvato. Inoltre, il confezionamento dei cosmetici è ora assimilato a quello dei prodotti farmaceutici, aumentando l’attenzione sui livelli di qualità richiesti e di conseguenza sulla consistenza cartacea dei “bugiardini”.


In conclusione, è ormai necessario evidenziare l’importanza della sostenibilità e della normativa europea nel settore cosmetico, avendo anche un occhio attento alla sicurezza e alla digitalizzazione.
Questi sviluppi promettono di plasmare il futuro dell’industria cosmetica in Lombardia e oltre, ma è necessario fornire a tutte le organizzazioni imprenditoriali del settore un sistema informativo che sia loro di supporto: comprensibile e di facile consultazione.

 

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