Cosmeceutica e dermocosmesi?

Cosmeceutica e dermocosmesi?

Sempre più spesso ormai, in televisione, pubblicità o sui materiali promozionali, si sentono usare termini che fondono la cosmetica a discipline scientifiche quali la farmaceutica o la dermatologia. Ecco quindi nascere due nuovi termini: COSMECEUTICA E DERMOCOSMESI.

Secondo il vocabolario Treccani il termine COSMESI deriva dal greco e significa: arte che si serve dei mezzi e dei ritrovati della scienza moderna per curare la bellezza del volto e delle membra soprattutto femminili, correggendo le imperfezioni naturali e cercando di ovviare agli effetti inevitabili dell’età.

Il termine “cosmeceutico” rappresenta un intermediario linguistico che deriva dall’unione di due termini: cosmetico e farmaceutico; e che nasce negli Stati Uniti oltre 20 anni fa. Il termine è stato infatti introdotto per la prima volta negli anni Novanta, al Meeting annuale della Società dei Chimici Cosmetologi, dal dermatologo Albert Kligman Montgomery (17 marzo 1916 – 9 febbraio 2010), ideatore del Retin-A, il popolare farmaco anti-acne. Per cosmeceutici s’intende una categoria di prodotti cosmetici, che rivendica la presenza di principi biologicamente attivi, recanti, quindi, i benefici tipici dei farmaci. Molte sostanze, sia sintetizzate chimicamente sia estratte da piante o animali, possono essere usate come ingredienti funzionali.

Accanto alla cosmeceutica, si è visto svilupparsi un’altra categoria di prodotti nati dall’unione di altri due termini: dermatologia e cosmetica – i dermocosmetici. Rientrano anch’essi nella categoria dei cosmetici ma sono sviluppati allo scopo di offrire prodotti di più alto livello formulativo e con concentrazioni elevate di principi attivi. Questi prodotti nascono a supporto della terapia dermatologica per venire incontro alle esigenze di una richiesta sempre più attenta alla qualità formulativa e al risultato del trattamento.

I dermocosmetici sono sviluppati in laboratori certificati, da ricercatori esperti nel campo chimico-farmacologico e che si affidano alle proprie competenze tecnico-formulative per lo sviluppo di prodotti per uso topico con concentrazioni di principi attivi notevolmente superiori rispetto ai preparati cosmetici attuali. Non sostituiscono in alcun modo il farmaco ma sono un’interessante completamento alla terapia farmacologica e svolgono l’importante ruolo di ristrutturante dei tessuti.

Entrambi i nuovi termini nascono quindi dalla necessità di individuare una nuova categoria di prodotti che pur non sostituendo il farmaco nella cura di particolari patologie cutanee, sono ricchi di principi biologicamente attivi, sia sintetizzati chimicamente, sia estratti da piante o animali, con risultati ed effetti simili ai farmaci.

E’ bene comunque ricordare che secondo il Regolamento sui cosmetici, i prodotti cosmetici sono “qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, denti e sulle mucose della bocca) allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei.”

All’interno di questa classificazione rientrano sia i prodotti cosmeceutici che i dermocosmetici anche se è possibile ad oggi fare un distinzione. Il cosmetico, come detto sopra, non può avere come azione principale quella preventiva di una malattia (prerogativa invece del farmaco) tuttavia aiuta a proteggere e mantenere in buono stato le zone in cui è applicato: in questo senso può aiutare a prevenire possibili patologie.

I cosmeceutici e i dermocosmetici in questo risultano più funzionali e quindi con effetti maggiormente riscontrabili. Non si limitano infatti a “coprire” un problema ma aiutano ad apportare il corretto grado di attivi per mantenere sana e curata la cute.

Fonte: prigen.it

 

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