Cosmetica 2030: combattere le fake news con trasparenza e AI

Cosmetica 2030: combattere le fake news con trasparenza e AI

Nel recente webinar organizzato da Cosmetica Italia, si è discusso di uno degli argomenti che più preoccupano le aziende di Cosmetica: le fake news e le possibili comunicazioni ingannevoli che possono essere scritte sugli Inci (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) dei prodotti. L’argomento rappresenta una sfida crescente per il settore cosmetico, soprattutto in un’epoca in cui l’uso dell’AI sta ridefinendo il concetto stesso di verità. Durante l’evento Cosmetica 2030 si è discusso del ruolo della comunicazione digitale e dell’impatto delle informazioni fuorvianti sul consumatore. I professionisti presenti hanno sottolineato come il mercato delle bugie possa diventare una forza trainante, alimentata da notizie distorte e dall’uso improprio dell’intelligenza artificiale. Alle volte è anche un rischio, una trappola in cui si può cadere involontariamente nel far propaganda ai propri prodotti, ma che porta a conseguenze pesanti.

Quando l’INCI bello inganna

Il fenomeno delle fake news si manifesta spesso attraverso dichiarazioni ingannevoli sull’INCI dei prodotti cosmetici. Come spiegato da Matteo Zanotti Russo, CEO e Safety Assessor, l’attrattiva di ingredienti apparentemente “puliti” può portare a scelte dannose, se non supportate da verifiche scientifiche. L’assenza di informazioni chiare genera dei paradossi: mentre il consumatore cerca sicurezza e qualità, si ritrova vittima di strategie comunicative false, e per l’imprenditore, il desiderio di mostrare il meglio del proprio prodotto può portare ad approvare una comunicazione attraente ma meno precisa e scientifica di quanto dovrebbe.

Disinformazione e percezione del rischio

Le conseguenze di questo fenomeno sono profonde. L’evento ha sottolineato come la diffusione di notizie infondate possa minare la fiducia verso le aziende, alimentando la convinzione che i produttori siano criminali impuniti o intossicatori seriali. Questa percezione, spesso distorta e non verificata, porta a promuovere condotte pericolose come l’uso di rimedi fai-da-te inefficaci o addirittura rischiosi da parte dei consumatori. Il fenomeno del “terrapiattismo cosmetico”, come definito provocatoriamente da Zanotti Russo, è il risultato di una cultura che premia l’apparenza rispetto alla sostanza.

La risposta del settore: trasparenza e informazione

Contrastare il dilagare delle fake news richiede un cambio di mentalità. È fondamentale che il settore cosmetico punti su trasparenza e informazione scientifica, educando i consumatori a riconoscere notizie affidabili e a distinguere i fatti dalle interpretazioni. Promuovere una cultura della verità non è solo un dovere morale, ma una strategia di lungo termine per preservare la credibilità del comparto.

Il ruolo dell’AI: una sfida tra verità e manipolazione

Un altro tema caldo dell’evento è stato l’uso dell’AI come mezzo per combattere la disinformazione. La capacità dell’intelligenza artificiale di generare contenuti può infatti amplificare la diffusione di fake news, se non gestita con responsabilità. Gli esperti intervenuti hanno evidenziato la necessità di sviluppare tecniche di “prompting” efficaci, capaci di guidare i modelli verso risposte affidabili e contestualizzate. In un contesto di crescente automazione, il ruolo umano rimane centrale per garantire l’accuratezza delle informazioni.

L’importanza di una comunicazione responsabile

Il futuro della comunicazione cosmetica passerà attraverso una maggiore consapevolezza sull’uso dell’AI e un impegno collettivo per arginare il fenomeno delle fake news. Solo attraverso una collaborazione tra aziende, professionisti e consumatori si potrà garantire una narrazione autentica e trasparente, evitando che il mercato delle bugie diventi il nuovo standard. La sfida principale riguarda le metodologie con cui educare e informare il consumatore, battendo sul tempo la disinformazione scientifica.

 

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